Il voto degli italiani per le Politiche nell’analisi post elettorale dell’Istituto Demopolis

Il voto del 4 marzo si è caratterizzato per la significativa crescita dei consensi al Movimento 5 Stelle e alla Lega: il Movimento guidato oggi da Luigi Di Maio – con 10 milioni e 700 mila voti – guadagna 2 milioni di voti rispetto al 2013; la Lega – 5 anni dopo – ottiene 4 milioni e 300 mila voti in più.
 
L’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, ha analizzato la provenienza del consenso al Movimento 5 Stelle, rispetto al voto espresso dagli italiani 5 anni fa: dei 10 milioni e 700 mila elettori odierni, 67 su 100 avevano già votato il Movimento alle Politiche del 2013. 8 sono elettori al primo voto o cittadini che si erano astenuti. Il dato più significativo è però il flusso in ingresso: 14 elettori su 100 del M5S avevano scelto nel 2013 il PD di Bersani, 5 il PDL di Berlusconi.
 
Interessante risulta anche il profilo elettorale del partito di Salvini: appena 24 su 100 sono gli elettori odierni che avevano già votato la Lega nel 2013. 11 arrivano dal M5S, 12 dal PD ed altri partiti. Ma – secondo i dati dell’Istituto Demopolis – il flusso determinante, nel successo odierno della Lega, proviene dall’area di Berlusconi: 40 elettori su 100 avevano scelto il PDL 5 anni fa. 

Il grande sconfitto di questa competizione elettorale è il Partito Democratico di Renzi: come emerge dal trend del Barometro Politico Demopolis, il PD – il cui declino è iniziato subito dopo il Referendum Costituzionale – ha toccato il 4 marzo, con il 19%, il suo punto più basso. Il consenso si è dimezzato in 10 anni: dagli oltre 12 milioni di elettori del Partito Democratico di Veltroni nel 2008, si passa agli 8 milioni 650mila del 2013 sino ai 6 milioni e 150mila voti di oggi.

Significativa appare l’analisi dei flussi elettorali. Sia pur in minima parte compensata da un segmento di nuovi elettori e di quanti avevano scelto Monti e i centristi 5 anni fa, la caduta del consenso del PD appare netta. Su 100 elettori che nel 2013 avevano votato il Partito Democratico, oggi appena 60 hanno confermato il voto al PD.

Secondo i dati di Demopolis, 18 elettori su 100, il numero più significativo di chi aveva scelto i democratici 5 anni fa, hanno votato per il Movimento 5 Stelle.

Un’estrema minoranza ha optato per LeU o altre liste. 15 su 100, circa 1 milione e 300 mila elettori del PD nel 2013 – delusi o poco convinti – il 4 marzo hanno scelto invece di astenersi.

Per il 34% degli italiani è stato Luigi Di Maio il leader più convincente negli ultimi giorni di campagna elettorale: il Movimento 5 Stelle, con la sua squadra di Governo, si è posto al centro dell’agenda politica e mediatica nelle due settimane che hanno preceduto l’apertura delle urne. Il 21% indica invece Matteo Salvini, la cui strategia comunicativa ha permesso alla Lega di superare Forza Italia all’interno della coalizione di Centro Destra. Molto distanziati appaiono gli altri esponenti politici: meno di un cittadino su 10 indica Silvio Berlusconi o il presidente del Consiglio uscente Paolo Gentiloni. Oltre un quinto degli italiani non ha ritenuto credibile alcun leader.

 

Bassa, con il Rosatellum, è stata l’incidenza dei candidati locali sulle scelte di voto: il 4 marzo l’82% dei cittadini ha scelto il partito. Appena il 18%, meno di uno su cinque, si è lasciato influenzare dal candidato nel collegio. Determinante – secondo i ricercatori di Demopolis – è stato anche il fatto che, alla vigilia del voto, la maggioranza assoluta di chi si è recato alle urne non avesse idea di chi fossero i candidati all’uninominale nel proprio seggio.

 

 

 

 

 

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