Risultati dei sondaggi dell’Istituto demopolis
Il peso e il trend dei partiti nel Barometro Politico dell’Istituto Demopolis
Se ci recasse oggi alle urne per le Elezioni Politiche, Fratelli d’Italia si confermerebbe primo partito con il 30%, con un vantaggio di 7 punti sul Partito Democratico, attestato al 23%. Al 12,2% il Movimento 5 Stelle. Stabili gli altri due partiti di Governo, Forza Italia all’8,8% e la Lega all’8,7%. Alleanza Verdi Sinistra avrebbe il 6,5%, mentre gli altri partiti resterebbero sotto il 3%.
È la fotografia scattata il 22 luglio dal Barometro Politico dell’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento.

Dal giugno dello scorso anno, resta stabile il consenso al partito della Premier Giorgia Meloni, che passa dal 28,9% delle Europee al 30% di oggi.
L’Istituto Demopolis ha analizzato anche la consistenza attuale delle forze di maggioranza e opposizione. I 4 partiti dell’attuale area di Governo avrebbero insieme il 48,5%. Le differenti e divise forze di opposizione, se coalizzate, otterrebbero sulla carta il 47,5%, con un 29,5% attribuibile al Centro Sinistra, il 12,2% al M5S ed il 5,8% al Terzo Polo.
Sullo sfondo, resta una grande incognita, sottolinea il direttore di Demopolis Pietro Vento: “Cresce la propensione all’astensione degli italiani. Se si votasse per le Politiche, andrebbero oggi alle urne meno di 28 milioni di elettori, mentre resterebbero a casa in circa 20 milioni”.

L’Intelligenza Artificiale per il futuro della sanità? Indagine dell’Istituto Demopolis
Di Intelligenza Artificiale si discute ormai regolarmente nel dibattito pubblico italiano: superate le consuete polarizzazioni fra entusiasti ed allarmisti, oggi iniziano ad emergere le applicazioni più utili al miglioramento della qualità della vita dei cittadini, innanzi tutto in tema di salute e servizi sanitari.
Sono alcuni dei dati più significativi dell’indagine Demopolis, promossa da Fiaso, sull’IA per il futuro della sanità italiana.
Per il 61% degli italiani, nei prossimi 10 anni, l’Intelligenza Artificiale cambierà in meglio la gestione della salute e la cura delle malattie. L’indagine evidenzia una sorprendente apertura dell’opinione pubblica sulle possibili applicazioni dell’intelligenza artificiale in sanità. La maggioranza assoluta degli italiani ritiene che l’uso dell’IA possa contribuire a innovare l’organizzazione della sanità pubblica, migliorando l’accessibilità alle cure e riducendo le disuguaglianze. Per appena un quarto dei cittadini si tratta di un’illusione tecnologica.


Molto ampia è la disponibilità dei cittadini ad accettare – anche per sé – l’integrazione dei sistemi di Intelligenza Artificiale, soprattutto negli ambiti dove il vantaggio competitivo della “macchina” è ineguagliabile: dall’analisi di big-data alla robotica. Il 51% ne riterrebbe infatti utile l’applicazione nella diagnostica (lettura, analisi integrata di immagini e dati clinici), il 48% nella chirurgia computerizzata, il 46% per lo sviluppo di nuove molecole e farmaci. Oltre 4 su 10 accetterebbero applicazioni di IA per i controlli da remoto delle patologie e la medicina generale (44%), la riabilitazione (42%), le procedure predittive per l’anticipazione di eventuali patologie.
Nella percezione dell’opinione pubblica, l’IA rappresenta soprattutto una grande opportunità di evoluzione dei servizi: è dell’85% il segmento di quanti concordano con l’assunto che l’Intelligenza Artificiale potrà integrare, ma non sostituire una valutazione del medico.


Tra i possibili vantaggi dell’IA, quasi 3 cittadini su 4, intervistati da Demopolis, citano la possibilità di analizzare rapidamente grandi quantità di dati clinici, ma anche di ridurre i tempi per lo svolgimento di attività burocratiche (61%) e migliorare l’organizzazione complessiva dei servizi per la salute (54%), ad esempio ottimizzando e rendendo sempre fruibili le cartelle cliniche e la storia sanitaria del paziente (45%)”.

Si tratta di innovazioni largamente attese dall’opinione pubblica perché fortissima è oggi la richiesta di accesso ai servizi sanitari.
Anche per questo, l’88% degli italiani riterrebbe oggi importante investire nel sistema di sanità pubblica per ottimizzare le tecnologie, incrementare il personale ed innovare l’erogazione dei servizi. Anche grazie all’uso delle applicazioni dell’IA.

La scuola secondo gli italiani
7 italiani su 10 ritengono giusta la decisione del Ministro dell’Istruzione di estendere agli studenti delle scuole secondarie superiori il divieto di utilizzo del telefono cellulare in classe durante lo svolgimento dell’attività didattica. Un ulteriore 18% concorda, ma si dichiara scettico sulla praticabilità del divieto. Appena il 12% ritiene che si tratterebbe di una scelta retrograda e sbagliata.
Più in generale, guardando a tutte le scuole di ogni ordine e grado, appena il 6% dei cittadini ritiene che vada sempre consentito l’uso del telefono mobile. Per il 75% degli italiani, intervistati da Demopolis, il cellulare in classe dovrebbe essere sempre vietato. Per meno di un quinto andrebbe consentito nelle superiori, ma vietato nelle scuole elementari e nelle medie.
L’indagine individua una richiesta di maggior serietà che l’opinione pubblica sollecita per il futuro della scuola.
Gli esami di maturità vanno sostenuti fino in fondo: è un altro dato del sondaggio Demopolis, che ha analizzato l’opinione degli italiani sulla protesta di alcuni studenti che, agli ultimi esami di Stato, hanno rifiutato di sostenere l’esame orale, avendo già ottenuto i crediti necessari per la promozione.
Per appena un quarto degli italiani si tratta di scelte legittime, che creano attenzione sui criteri di valutazione applicati per gli esami di maturità. Il 68% ritiene invece che si tratti di episodi non ammissibili.
Indagine Demopolis, l’escalation negli scenari di guerra nelle preoccupazioni dell’opinione pubblica
Sul fronte medio orientale, il giudizio dei cittadini appare molto critico sul Governo Netanyahu: quanto sta accadendo da mesi a Gaza è, per il 76%, una ritorsione smisurata e inaccettabile, che sta sacrificando la popolazione civile palestinese. Per appena il 14% si tratta invece di una giustificabile risposta dopo i fatti del 7 ottobre 2023 ad opera di Hamas.

La convinzione che a Gaza l’esercito israeliano debba fermarsi si è consolidata in modo nettissimo negli ultimi mesi. Lo conferma il trend Demopolis: nel giugno 2024 lo pensava il 58% degli italiani; oggi il dato, ormai politicamente trasversale, è dell’80%.

L’Istituto diretto da Pietro Vento ha analizzato anche la percezione dei cittadini sull’evoluzione del conflitto tra Russia ed Ucraina. La percentuale degli ottimisti che credono ad una tregua si è ridotta sempre di più. Per l’81% degli intervistati la guerra proseguirà ancora molto a lungo.

Dopo il fallimento dell’azione diplomatica di Trump e i vari tentativi andati a vuoto, colpisce la percezione dell’opinione pubblica. Al quesito, posto dall’Istituto Demopolis, “Chi tra Putin e Zelensky si sta davvero impegnando per giungere ad un accordo di pace?”, l’8% degli italiani risponde Putin, il 27% Zelensky. Ma quasi 2 intervistati su 3, il 65%, dicono “nessuno dei due”.

Demopolis: le sfide della Chiesa di Papa Leone XIV nell’opinione degli italiani
L’Istituto Demopolis ha rilevato gli auspici degli italiani rispetto al Magistero del nuovo Papa: il 60% vorrebbe una continuità con il messaggio di Francesco. Il 27% immagina invece un Pontefice più tradizionalista rispetto a Bergoglio.

Sono molteplici le sfide che attendono la Chiesa di Leone XIV: la più complessa, per quasi 1 italiano su 2, interpellato da Demopolis, sarà conciliare la fede con la complessità del mondo contemporaneo; per il 40% la missione più complessa sarà riuscire a farsi ascoltare sui temi della pace. Ma anche, per oltre un quarto degli intervistati, coinvolgere le nuove generazioni, superare lo scandalo degli abusi sessuali, affrontare la crisi delle vocazioni.

Compiti ardui dopo un Papa come Bergoglio, che ha goduto per oltre un decennio di una fiducia molto alta nell’opinione pubblica. Una fiducia che, però, come evidenzia il trend dell’Istituto Demopolis, non si è estesa negli ultimi 25 anni – neanche con i predecessori – alla Chiesa Cattolica nel suo insieme. L’ultimo dato del marzo scorso conferma una fiducia nel Papa del 75% con la Chiesa al 44%, distanziata di circa 30 punti.

L’opinione degli italiani sul Presidente Trump nel trend dell’Istituto Demopolis
Meno di un quarto egli italiani esprime oggi una valutazione positiva su Donald Trump.

Particolarmente emblematico risulta il trend che emerge dalle indagini condotte negli ultimi mesi dall’Istituto Demopolis.
Se in novembre, mese della rielezione, i giudizi positivi degli italiani sul Presidente degli Stati Uniti erano del 40% e raggiungevano il 42% nel gennaio scorso al momento dell’insediamento, l’operato nei primi 100 giorni ha incrementato dubbi e perplessità dell’opinione pubblica: oggi appena il 23% degli italiani esprime un giudizio favorevole su Donald Trump.

A modificare i giudizi dell’opinione pubblica italiana ed europea ha contribuito la scelta di imposizione dei dazi presa da Trump nei giorni scorsi, con i successivi parziali ripensamenti. Una decisione giudicata sbagliata dal 76%.

Ma sul calo di apprezzamento, rilevato da Demopolis, pesano anche le sensazioni degli italiani sui fronti di guerra. 3 intervistati su 4 sono oggi convinti che il conflitto a Gaza e in Medio Oriente si risolverà in peggio o proseguirà tutto come negli ultimi mesi.

Cambia anche la percezione sullo scenario in Ucraina: per il 58% degli italiani, la guerra Russia-Ucraina proseguirà ancora per la difficoltà di trovare un accordo.

Anche in questo caso, il trend dell’Istituto diretto da Pietro Vento mostra come siano diminuiti gli ottimisti sui fronti di guerra: con l’elezione di Trump, nel novembre scorso, il 66% degli italiani credeva in una imminente risoluzione del conflitto russo-ucraino. Oggi a crederci è la metà, il 33%. Ancora più preoccupante – nel sondaggio Demopolis – si rivela il fronte medio-orientale: oggi solo il 16% ritiene che possa tornare la pace a Gaza nei prossimi mesi.

29 luglio 2025