Risultati dei sondaggi Demopolis

Gli italiani e le vaccinazioni contro il Covid alla vigilia delle riaperture

Nonostante l’accelerazione registrata negli ultimi giorni, 6 italiani su 10 appaiono preoccupati sui tempi della campagna vaccinale; appena un terzo si sente rassicurato sull’avanzamento delle somministrazioni nel nostro Paese. Lo rivela l’indagine realizzata dall’Istituto Demopolis.

This image has an empty alt attribute; its file name is Vaccini_Demopolis_Aprile.001.jpeg

I timori risultano fondati se si analizzano i numeri di quanti risultano vaccinati alla vigilia delle prime riaperture decise dal Governo. A causa dei ritardi nelle forniture europee di alcune delle case farmaceutiche, su una popolazione complessiva di 60 milioni di residenti, appena l’8% ha avuto una vaccinazione completa; l’11% una sola dose. L’81% degli italiani deve ancora essere vaccinato contro il Covid.

This image has an empty alt attribute; its file name is Vaccini_Demopolis_Aprile.002.jpeg

“In questo contesto – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – è stata analizzata la propensione dei cittadini. 2 italiani su 3 non hanno dubbi: si sono già vaccinati o sperano di farlo al più presto, non appena sarà il loro turno. Il 23% invece non lo sa ancora: ha delle perplessità, preferirebbe attendere”. È minoritaria, di 1 su 10, la quota di quanti non intendono sottoporsi affatto alla vaccinazione contro il Coronavirus.

This image has an empty alt attribute; its file name is Vaccini_Demopolis_Aprile.003.jpeg

La vicenda “AstraZeneca” sembra aver inciso sugli orientamenti rispetto alla vaccinazione: se uno su due rimane dell’idea di vaccinarsi con qualunque soluzione, il 42% degli italiani, intervistati da Demopolis, ammette che preferirebbe attendere per poter fare un vaccino differente rispetto a quello di Oxford.

This image has an empty alt attribute; its file name is Vaccini_Demopolis_Aprile.004.jpeg

L’Istituto Demopolis ha verificato infine l’opinione degli italiani sulle priorità della campagna vaccinale, ridefinite dal Governo Draghi. Il 74% condivide la scelta di dare oggi precedenza ad over 70 e cittadini più fragili; la pensa diversamente il 20% che riterrebbe invece opportuno dare priorità alle categorie produttive.

This image has an empty alt attribute; its file name is Vaccini_Demopolis_Aprile.005.jpeg

Scuola a distanza: la DAD un anno dopo, secondo gli italiani

Ad un anno dall’esordio della didattica a distanza, resta in chiaroscuro il giudizio degli italiani sul funzionamento della DAD: appena 3 su 10 la valutano positivamente. Fra i genitori di figli in età scolare, il dato cresce al 34%, e raggiunge il 48% fra gli insegnanti.

Pur essendo riconosciuta oggi una migliore organizzazione rispetto alla fase emergenziale, un problema – sociale ancora prima che scolastico – grava più di altri sul bilancio della didattica a distanza: per il 51% dei genitori italiani, a 12 mesi di distanza, in DAD non ha ancora garantito un accesso adeguato a tutti gli studenti.

Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine condotta dall’Istituto Demopolis, promossa dall’impresa sociale Con i Bambini. I coprotagonisti di questa sperimentazione indotta dalla pandemia, i genitori italiani, rilevano come la DAD si sia effettivamente meglio strutturata dopo la fase emergenziale (67%) ed abbia prodotto maggiore autonomia nell’uso delle tecnologie da parte dei ragazzi (57%). La durata delle sessioni, tuttavia, non soddisfa ancora la maggioranza: per uno su due, l’orario scolastico completo resta un obiettivo irrealizzato.

Nella valutazione di chi ha figli in età scolare, le criticità della DAD, dopo un anno di operatività, restano la distrazione degli studenti durante le lezioni (73%), ma anche la complessa situazione emotiva dei ragazzi (63%) e la scarsa dotazione tecnologica delle case (51%), limite segnalato con maggiore evidenza dagli insegnanti (68%).

“L’indagine – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – conferma il costo sociale ed evolutivo imposto dall’emergenza e dalla chiusura prolungata delle scuole su bambini e ragazzi, con effetti consistenti sull’incremento delle disuguaglianze e della povertà educativa tra i minori nel nostro Paese. Nell’anno del Covid, un vastissimo orizzonte di normalità relazionale, di dinamiche sociali, di occasioni di apprendimento è stato precluso ai minori. L’83% dei genitori testimonia come l’aspetto maggiormente negativo nella didattica a distanza, per bambini e ragazzi, sia stata l’assenza di relazioni con i compagni”.

Per il 65% la fatica nel seguire le lezioni in remoto si è rivelata una grave ipoteca sulla quotidianità. 6 genitori su 10 segnalano oggi la tendenza dei figli all’isolamento e all’abbandono della vita sociale; il 55% ricorda il danno della riduzione degli stimoli esterni alla scuola.

Peso e trend dei partiti nel Barometro Politico Demopolis di aprile

Se si votasse oggi per Politiche, la Lega si confermerebbe primo partito con il 22,4%. Si riduce il vantaggio sul PD che otterrebbe il 19% e su Fratelli d’Italia al 18,2%. Il Movimento 5 Stelle avrebbe il 16%.

È la fotografia sul peso dei partiti scattata dall’Istituto Demopolis, a più di 2 mesi dalla nascita del Governo Draghi. Forza Italia si attesta al 7,6%, la Sinistra con LeU avrebbe il 3,4%, Azione il 2,5%, Italia Viva il 2%.

20 aprile 2021

Potrebbero anche interessarti