Risultati del sondaggio Demopolis

 

Il peso dei partiti e il giudizio degli italiani sul Governo M5S-Lega: Barometro Politico di settembre dell’Istituto Demopolis

Se si votasse oggi, la Lega sarebbe con il 32% prima forza politica nel Paese: i mesi estivi hanno visto rafforzarsi il peso del partito di Salvini, cresciuto di quasi 15 punti dalle elezioni del 4 marzo. Circa 2 punti separano la Lega dal Movimento 5 Stelle, posizionato al 30,2%: sono i dati che emergono dal Barometro Politico di settembre dell’Istituto Demopolis.

Restano lontani, in estrema difficoltà, il Partito Democratico al 17% e, soprattutto, Forza Italia all’8,5%, che cede ampi segmenti di elettorato alla Lega. Fratelli d’Italia è al 3%, LeU al 2,3%. Sotto il 2% le altre liste, con un’affluenza in lieve calo al 71%.

“Il voto in Italia resta mobile e incerto: in 6 mesi – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – oltre un quinto degli elettori ha modificato le proprie scelte di voto. Il peso complessivo delle due forze di Governo cresce dal 50% del 4 marzo al 62% odierno, mentre si riduce il consenso ai partiti di opposizione. Si tratta di equilibri destinati ad ulteriori evoluzioni, soprattutto in vista delle imminenti scelte per la legge di bilancio”.

Nella prima fotografia scattata dopo l’estate da Demopolis, si conferma positiva la valutazione del 58% degli italiani sul Governo M5S-Lega; di parere diverso un terzo dei cittadini che esprime un voto negativo sull’Esecutivo, mentre il 9% preferisce per il momento sospendere il giudizio.

 

Dopo poco più di 100 giorni di Governo, l’Istituto Demopolis ha misurato la notorietà degli esponenti dell’Esecutivo: sono 8 i ministri conosciuti dalla maggioranza assoluta degli italiani. In testa i due vicepremier Matteo Salvini con il 96% e Luigi di Maio con il 95%; 3 su 4 indicano Danilo Toninelli. Notorietà molto alta, intorno al 70%, anche per Giulia Bongiorno e per il ministro della Salute Giulia Grillo; il 66% ha sentito parlare di Giovanni Tria, il 63% di Alfonso Bonafede. 6 su 10 di Paolo Savona. Citazioni inferiori al 50% – secondo il Barometro Politico Demopolis – per gli altri componenti del Governo Conte.

Ponte Morandi: l’opinione degli italiani sui fatti di Genova

Accanto alla vicenda della nave Diciotti, l’evento che – nel corso dell’estate – ha colpito maggiormente l’opinione pubblica è stato il crollo del Ponte Morandi a Genova, che ha aperto un ampio dibattito, ancora in corso, sulle responsabilità.

Il 53% vorrebbe che venisse revocata la concessione ad Autostrade per l’Italia per la tratta dell’A10 colpita dal crollo del Ponte Morandi; il 42% riterrebbe invece più efficace modificare il contratto, rafforzando il controllo pubblico sulla manutenzione della rete. Appena il 5% lascerebbe le cose inalterate.

I giovani italiani e le disuguaglianze

Due giovani italiani su tre ritengono che chi oggi studia o inizia a lavorare occuperà in futuro una posizione sociale ed economica peggiore rispetto alla precedente generazione: è la percezione che emerge da un’indagine condotta dall’Istituto Demopolis. Un quarto immagina una permanenza di status e solo il 9% ipotizza condizioni migliori.

Da qualche anno l’ascensore sociale in Italia è fuori uso. L’80% dei giovani intervistati pensa che nel nostro Paese sia oggi accentuata la disuguaglianza intergenerazionale.

Sono diversi gli ambiti nei quali le nuove generazioni si ritengono penalizzate: il 78% indica, al primo posto, la precarietà del lavoro con le minori tutele contrattuali; il 75% l’incertezza sul futuro. 7 su 10 segnalano la retribuzione bassa o inadeguata, i due terzi manifestano fondate preoccupazioni per il loro futuro previdenziale. Il 63% degli under 35 identifica nella difficoltà di accesso al mercato del lavoro una ulteriore ragione di penalizzazione rispetto alla precedente generazione.

In termini più complessivi, secondo il sondaggio di Demopolis, il 75% dei giovani italiani ritiene che, negli ultimi 5 anni, le disuguaglianze nel nostro Paese si siano ulteriormente incrementate.

Ed in questo scenario, 2 intervistati su 3 vorrebbero che le politiche mirate a ridurre le disuguaglianze divenissero prioritarie nell’agenda di Governo.

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