Risultati dei sondaggi Demopolis

Cresce la preoccupazione degli italiani per la guerra in Ucraina: analisi dell’Istituto Demopolis 


Dopo l’invasione russa e oltre 2 settimane di guerra, crescono i timori dell’opinione pubblica: più di 8 italiani su 10 si dichiarano oggi molto o abbastanza preoccupati per il conflitto in Ucraina. Meno coinvolta appare invece una minoranza di quasi un quinto dei cittadini. È il primo dei dati che emerge dal sondaggio realizzato dall’Istituto Demopolis. 

Le immagini da Kiev e da tutta l’Ucraina stanno alimentando le preoccupazioni dei cittadini. Il 72% degli italiani teme un’escalation del conflitto, con il rischio di un coinvolgimento dell’Europa. Quasi 2 cittadini su 3, intervistati da Demopolis, appaiono preoccupati anche dell’impatto sugli approvvigionamenti di gas per l’Italia, con l’incremento ulteriore dei costi dell’energia ed una conseguente frenata della ripresa economica appena iniziata.

Il 56% degli italiani ribadisce il timore di un coinvolgimento militare del nostro Paese, mentre il 44% pone l’attenzione sulla crisi umanitaria dei profughi in fuga dall’Ucraina.

In che modo i Paesi della Nato e dell’Unione Europea dovrebbero intervenire a sostegno dell’Ucraina? Per il 60% degli italiani è giusta la strada intrapresa di severe sanzioni economiche e bancarie alla Russia di Putin. Un quarto degli intervistati afferma invece che sarebbe stato preferibile puntare soltanto ad azioni diplomatiche per favorire la ripresa del dialogo con la Russia.

Appena il 9% condivide invece l’opzione estrema di invio di truppe italiane in Ucraina con un supporto militare della Nato sul campo: risulta estremamente minoritaria, senza sostanziale differenza tra i partiti, la quota di quanti propendono per un coinvolgimento militare dell’Italia. 



Il peso dei partiti nel Barometro Politico dell’Istituto Demopolis


Se si tornasse alle urne per le Elezioni Politiche, il PD si confermerebbe primo partito con il 21,2%: un primato insidiato oggi da Fratelli d’Italia, che otterrebbe il 21%. È la fotografia scattata dal Barometro Politico dell’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento.  
La Lega, in calo, sarebbe al terzo posto con il 17,3%, tornando di fatto sui medesimi valori del marzo 2018. Si riduce anche il peso del Movimento 5 Stelle, al 13%, mentre – più staccate – restano stabili Forza Italia al 7,5% e Azione con +Europa al 3,7%. Sotto il 3% le altre liste. 


Nel confronto con l’ultimo voto nazionale del maggio 2019, si rileva la tenuta del PD ed un calo del Movimento 5 Stelle. Ma soprattutto la riduzione del consenso del partito di Salvini. 


Come emerge dal trend Demopolis, dalle Europee ad oggi la Lega passa dal 34,3 al 17,3%, perdendo circa 6 punti negli ultimi 12 mesi. A vantaggio quasi esclusivo del partito della Meloni, che guadagna 15 punti, beneficiando del ruolo di quasi unica opposizione.

Mentre il Covid preoccupa ancora ampia parte dell’opinione pubblica e, con l’invasione russa in Ucraina, emergono nuovi forti timori legati ai venti di guerra sui confini orientali dell’Europa e alle forniture energetiche per il nostro Paese, il 68% degli italiani riterrebbe preferibile che il Governo Draghi andasse avanti per un anno, per concludere la Legislatura e tornare al voto nel marzo 2023. Meno di un quarto, il 23%, vedrebbe con favore l’ipotesi di elezioni anticipate.


La fiducia nel Premier resta maggioritaria al 56%, pur riducendosi di 6 punti rispetto all’autunno scorso. Secondo l’analisi dell’Istituto Demopolis, si differenzia in base alla collocazione politica degli intervistati, raggiungendo il 90% tra chi vota il Partito Democratico e l’83% tra i simpatizzanti di Forza Italia. Si riduce al 54% tra gli elettori della Lega e al 51% tra quanti votano il Movimento 5 Stelle; si abbassa al 33% tra i simpatizzanti di Fratelli d’Italia. Tra i partiti minori, i più entusiasti di Draghi appaiono gli elettori di Italia Viva e di Azione; i più critici sono coloro che votano Sinistra Italiana. 

MARZO 2022

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