Risultati dei sondaggi

Come cambia il peso dei partiti in Italia: Barometro Politico dell’Istituto Demopolis

Se si tornasse oggi alle urne, Fratelli d’Italia – con 4 punti in più rispetto al voto del 25 settembre scorso – si confermerebbe con il 30% primo partito nel Paese. Cresce, tornando a superare la soglia del 20%, il Partito Democratico, che stacca di oltre 5 punti il Movimento 5 Stelle, in lieve calo al 15%.
È la fotografia sul peso dei partiti, scattata dal Barometro Politico di marzo dell’Istituto Demopolis. In leggera flessione sono le altre forze politiche: la Lega di Salvini all’8,5%, Azione al 7,3%, Forza Italia al 6,6% e Sinistra-Verdi al 3%.

Demopolis ha fotografato anche la forza odierna delle coalizioni: i partiti della maggioranza che sostiene il Governo Meloni otterrebbero nel complesso il 46%. Cresce al 47%, anche se resta totalmente frammentato, il peso complessivo delle 3 opposizioni parlamentari: 24,7% per il Centro Sinistra trainato dal PD, 15% per i 5 Stelle, 7,3% per Il Terzo Polo di Calenda.

“L’affluenza, pur lontana dal passato – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – torna a crescere, trainata da una forte motivazione al voto che si rileva in particolar modo tra quanti si riconoscono nei 2 principali partiti italiani, guidati da Giorgia Meloni e da Elly Schlein”.

Effetto Elly Schlein per il PD: una crescita di 1 milione e 800 mila voti

Elly Schlein ha “ereditato” il PD nel momento peggiore della sua storia: come dimostra il trend, negli ultimi mesi era passato dal già deludente 19% del settembre scorso al 15% di gennaio. La nuova Segreteria sembra aver riportato motivazione tra gli elettori del partito fondato da Veltroni, che in meno di 2 mesi ha riguadagnato oltre 5 punti, portandosi al 20,2% odierno.

Demopolis ha analizzato l’effetto Schlein sull’evoluzione del consenso da fine gennaio ad oggi: due mesi fa, gli elettori del PD si erano ridotti a circa 4 milioni. Oggi, con un’affluenza tornata a crescere al 66%, il Partito Democratico potrebbe contare su quasi 6 milioni di elettori: una crescita di 1 milione e 800 mila voti in circa 50 giorni.

Da dove provengono, in termini di flusso elettorale, i nuovi voti del PD? Su 100 nuovi elettori che oggi sceglierebbero il partito di Elly Schlein, 70 – nel gennaio scorso – erano decisi ad astenersi: è la parte più consistente, costituita da 1 milione 250 mila elettori. 16 su 100 in gennaio votavano il Movimento 5 Stelle, 5 Sinistra-Verdi, 9 optavano per altre liste.

Demopolis ha verificato la percezione, tra gli elettori del PD, della nuova Segretaria nazionale del Partito: l’81% la ritiene innovativa. Proprio il bisogno di innovazione e di svolta è stato una chiave determinante per il successo nel voto aperto dei gazebo, che ha ribaltato le scelte degli iscritti che, nelle precedenti settimane, avevano premiato invece Bonaccini. Il 67% ritiene Schlein determinata. Per 6 su 10 su 3 è competente, per il 53% concreta. Per appena il 20% la neo Segretaria è moderata.

Come sarà il futuro PD? Per il 60% degli elettori che si collocano nel Centro Sinistra, il Partito Democratico a guida Schlein sarà più di Sinistra. Per la maggioranza assoluta anche più attento all’ambiente, per il 44% tornerà attivo sui temi della precarietà. Per un 15% cambierà poco, quasi un quinto degli elettori non fa per il momento una previsione.

2013-2023: i 10 anni di Papa Francesco nell’opinione degli italiani

Il 13 marzo 2013 veniva eletto Papa Francesco, che da subito conquistò l’opinione pubblica. A colpire di più, nel Pontificato di Bergoglio, è – per oltre 2 italiani su 3 – la spontaneità, la chiarezza delle parole e il modo di comunicare.  È il primo dei dati che emerge dall’indagine realizzata dall’Istituto Demopolis, a 10 anni dall’elezione di Papa Francesco.

Il 54% segnala l’attenzione dimostrata nei confronti degli ultimi e dei più deboli, il 51% si dichiara colpito dalla sintonia del Pontefice con i bisogni reali della gente. Oltre un terzo degli intervistati apprezza la sobrietà, il contrasto ai privilegi del clero, la denuncia della cultura dell’indifferenza. 


Il 75% degli italiani ha fiducia in Papa Francesco. Con un dato che sfiora l’80% tra le donne. L’apprezzamento, rilevato dal sondaggio Demopolis, va ben oltre la fede e la pratica religiosa: cresce all’84% tra i cattolici, supera il 60% anche tra chi professa altre confessioni e tra i non credenti. 


Dopo 10 anni Papa Francesco si conferma in assoluto la figura della quale i cittadini si fidano di più nel nostro Paese. Conquista il podio con il 75%, superando il capo dello Stato Sergio Mattarella al 66% e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, attestata al 45%. 


L’Istituto Demopolis ha analizzato la memoria degli italiani sul decennio di Bergoglio in Vaticano: quali gesti ed eventi restano simbolici del Pontificato? Il 60% ricorda l’immagine di Papa Francesco, in piena pandemia nel marzo 2020, in una Piazza San Pietro deserta. Il 45% cita la visita a Lampedusa dopo la strage dei migranti 10 anni fa. A più di 4 su 10 non sfuggono i continui appelli per la pace ed i costanti inviti alla cura dell’ambiente per salvaguardare il futuro della Terra; oltre un terzo ricorda la forza straordinaria delle immagini dei viaggi di Francesco in Africa ed in Asia.


Molte frasi di Papa Francesco sono rimaste impresse, in questi anni, nella memoria degli italiani: dal “come vorrei una Chiesa povera per i poveri” a “la globalizzazione dell’indifferenza ci rende tutti responsabili”, sino al “permesso, grazie, scusa sono le 3 parole della convivenza”. La citazione più forte, per il 44% degli intervistati, riguarda le nuove generazioni, l’invito ai giovani a “non lasciarsi rubare la speranza”.   

Oltre un anno di guerra tra Russia ed Ucraina nel sondaggio Demopolis: crescono le preoccupazioni degli italiani

Ad oltre un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, crescono le preoccupazioni dell’opinione pubblica per il prolungarsi del conflitto. In uno scenario senza precedenti negli ultimi 70 anni, il 68% degli italiani teme il rischio di un’escalation nucleare e di un pieno coinvolgimento dell’Europa. Meno preoccupato si dichiara appena un quarto dei cittadini. È quanto emerge dal sondaggio realizzato dall’Istituto Demopolis.

Dopo un anno di guerra, in un contesto di insofferenza economica dovuto alla pesante inflazione, l’opinione pubblica si divide sull’imminente, ulteriore invio a Kiev di armi da parte dell’Italia. Prevale la contrarietà: a condividere la scelta del Governo è oggi il 43% dei cittadini. Il 48% ritiene invece inopportuno l’invio di armi e sistemi missilistici di difesa.


Prescindendo dalle decisioni parlamentari, a dividersi trasversalmente sono anche gli elettorati di quasi tutti i partiti. Secondo l’analisi dell’Istituto Demopolis, ad approvare maggiormente la scelta del nuovo invio di armi è il 57% degli elettori di Azione e il 56% di chi sceglie il PD. Favorevole si dichiara anche il 54% degli elettori di Fratelli d’Italia. Le perplessità crescono negli altri elettorati: convinto del nuovo invio di armi si dichiara il 40% di chi vota il partito di Berlusconi ed appena un quarto degli elettori della Lega di Salvini. Contrarietà assoluta a Sinistra e nel Movimento 5 Stelle.

Netta è la posizione degli italiani rispetto ad un eventuale coinvolgimento sul campo della Nato e, conseguentemente, del nostro Paese: appena 1 intervistato su 10 condivide l’opzione di un intervento con mezzi e truppe nella convinzione che serva a portare l’Ucraina ad una vittoria sulla Russia di Putin. L’86% ritiene che un intervento della Nato porterebbe al pieno coinvolgimento dell’Europa in una terza guerra mondiale.

Un anno di conflitto sembra aver inciso sugli atteggiamenti dell’opinione pubblica nel nostro Paese. In sintesi, si conferma quasi assoluta, condivisa da oltre l’80% degli italiani, la volontà di sostenere il popolo ucraino con aiuti economici e alla ricostruzione, oltre che con un pieno supporto all’accoglienza dei profughi in fuga. Le convinzioni divengono differenti sul versante militare. La maggioranza relativa degli italiani non condivide l’invio di armi, quasi 9 su 10 non accetterebbero un intervento diretto del nostro Paese in guerra.

27 marzo 2023

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