La violenza di genere nel racconto mediatico:indagine Demopolis per Radio1 Rai

Per il 51%, la maggioranza assoluta degli italiani, il problema della violenza sulle donne è ancora oggi sottovalutato nel nostro Paese. Per il 42%, invece, è un fenomeno della cui gravità, solo da qualche tempo, in Italia si è iniziato a prendere consapevolezza. È uno dei dati che emerge dall’indagine realizzata per Radio1 Rai dall’Istituto Demopolis, in occasione dell’8 marzo.

La prassi dell’informazione nazionale rivela, nelle valutazioni dell’opinione pubblica, storture strutturali ancora da sanare. Per 3 intervistati su 4, ad esempio, nel racconto che i mezzi di informazione offrono della figura femminile si fa ancora uso di luoghi comuni o stereotipi. Inoltre, una larga maggioranza rileva sui media contenuti spesso o talvolta offensivi per le donne.

La questione di genere è un problema urgente anche in ambito linguistico, perché il linguaggio riflette il modo di pensare e di agire. Nel racconto di delitti contro le donne, la lingua può essere un’arma esponenziale: il 68% degli italiani, intervistati da Demopolis per Radio1 Rai, ammette di notare l’uso di termini come “amore”, “raptus”, “follia”, “passione” come moventi dei delitti contro le donne. 6 su 10 segnalano il proliferare di attenuanti a discolpa dei violenti: “perdita del lavoro”, “difficoltà economiche”, “depressione”, “tradimento”. 

Nota informativa: l’indagine è stata realizzata dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, dal 4 al 6 marzo 2021, per Radio1 Rai su un campione stratificato di 2.000 intervistati, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne. Supervisione della rilevazione demoscopica di Marco E. Tabacchi. Coordinamento di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone.

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